Come affermò lo psicopatologo, psichiatra e filosofo tedesco Karl Jaspers, la morte è un’esperienza con cui tutti i cittadini del mondo hanno a che fare ma che, a sua volta, profondamente differente per dinamiche e per celebrazione. La morte è, di fatto, un avvenimento sia universale sia personale e siccome nessuno può fare realmente esperienza dell’ultraterreno, ogni essere umano in base al proprio background, al proprio spirito e alla propria religione e alla propria cultura si prepara ad accogliere la morte in modo differente. El dia de los muertos è stato proclamato nel 2008 Patrimonio culturale immateriale dell’umanità e cade nel giorno 2 novembre. Risulta essere, quindi, coincidente con il giorno di commemorazione dei defunti della chiesa cattolica. Il modo di celebrare queste due giornate, però, è profondamente diverso. In Italia, di questa giornata così come durante i funerali, è usanza per buon gusto e per rispetto indossare un abbigliamento sobrio e sui colori scuri, preferibilmente sul nero. Nella propria intimità si va a fare visita ai propri defunti ai cimiteri: l’atteggiamento è tutt’altro che estroverso. Ma proprio a differenza di come viene trattata una persona che passa a miglior vita dalle onoranze funebri Roma, in tutta l’America Latina si festeggia in modo sgargiante, variopinto e allegra chi non c’è più.
La Santa Muerte, una delle figure portanti della festa precolombiana
La nostra Signora della Santa Morte, o semplicemente la Santa Morte, è una delle divinità messicane emblema della festa dei morti. Lei ha origini pre-colombiane – con grande probabilità è ispirata al culto azteco a Mictecacihuatl, dea della morte – ma il suo culto per diverso tempo è stato dimenticato ed è tornato in auge agli esordi degli anni 2000, ottenendo un grande consenso pubblico. Lei rappresenta la morte e protegge i suoi adepti da essa; è una figura scheletrica femminile vestita con un lungo vestito colorato – il colore varia in base all’evento in cui viene celebrata – e con in mano solitamente un globo e una falce. Nella versione esoterica, al contrarfio, maneggia una clessidra ed una marionetta, proprio per simboleggiare apertamente il suo ruolo decisionale nel trascorrere del tempo e nella determinazione del destino e della morte di ogni vita umana. Conta circa 10milioni – 12milioni di seguaci che, in segno di sua ammirazione, l’hanno tatuata e l’hanno nominata con altri numerosi appellativi, come ad esempio la Flaquita o la Flaca a causa del suo corpo scheletrico e la Huesuda per il suo aspetto ossuto. I suoi fedeli vanno ad omaggiarla con oggetti più disparati e a pregarla a Tepito in Messico, luogo di culto princiaple.
Una Santa progressista, pronta ad accogliere ogni richiesta
La Santa Morte è sicuramente una santa moderna e progressista, scevra di ogni moralismo. Accetta e comprende le richieste di aborto, di eutanasia e l’uso della pillola contraccettiva. Accoglie le coppie omossessuali e proprio per questo è un simbolo di riferimento delle comunità LGBT. Però non bisogna abusare della sua benevolenza, perché appunto, qualora venisse invocata per sciocchezze potrebbe scegliere come castigo per l’invocatore proprio la morte.