Emigrati italiani verso l’Argentina
L’Argentina è sempre stato un territorio soggetto all’immigrazione. Fra tutti i paesi europei, l’Italia è quello di maggiore emigrazione verso questo Paese. La comunità italo-argentina è composta attualmente da circa 664.600 persone: si tratta di cittadini argentini di origine italiana o di discendenza da emigrati italiani.
Fra il XIX e il XX secolo, gli italiani si spostavano in questo paese per sfuggire alla povertà e l’Argentina, dal canto suo, necessitava di immigrati perché era fortemente sottopopolata. Nel Novecento arrivarono in Argentina 2.941.000 italiani e, ampliando il discorso a tutto il sud America, il flusso di immigrati italiani fu molto consistente e questo fenomeno si sviluppò fin dagli ultimi anni dell’Ottocento.
Oggi, le opportunità lavorative in America attirano tantissimi italiani. Sia per chi possiede titoli di studio e competenze specifiche, sia per chi non ha una formazione particolare, sono veramente tante le possibilità. In particolare, sono molte le richieste per lavori come camerieri e baristi generici e che non necessitano di un background particolare e, per questo, pieni di competizione.
Oltre a consultare gli appositi portali che fanno da tramite fra offerta e richiesta di lavoro, si possono inviare candidature spontanee scegliendo le aziende che meglio rispecchiano le proprie competenze. Ci si può, inoltre, rivolgere alle agenzie interinali o consultare il sito del Dipartimento del Lavoro.
I flussi migratori interni al sud America e verso gli USA
Negli ultimi anni, si sono verificate migrazioni interne nel sud America: i cittadini migrano da uno Stato all’altro e da una regione all’altra in cerca di migliori condizioni di vita, opportunità lavorative e per ragioni politiche. Gli Stati più interessati da questo fenomeno sono il Venezuela e l’Argentina. I sudamericani che effettuano migrazioni interne sono il 70% e, dal 2010 al 2015, questo fenomeno è aumentato dell’11%, e il fattore scatenante è sicuramente il miglioramento delle condizioni economiche, grazie al boom dei prezzi delle materie prime, che ha interessato soprattutto l’Argentina e il Brasile.
Ma, oltre a questo flusso migratorio, si evidenzia anche lo spostamento verso gli USA, un fenomeno più problematico poiché, più che per motivi economici, si fugge per motivi di violenza, essendo i paesi di origine caratterizzati dalla presenza di narcotrafficanti che strappano ragazzi giovanissimi alle famiglie per reclutarli. Un altro motivo di espatrio verso l’America interessa i venezuelani e trova motivazioni politiche, trattandosi di persone che vanno contro le politiche economiche adottate dal Presidente.
Trovare lavoro negli USA, documenti necessari
Lavorare in America è il sogno di molti italiani. Che sia uno spostamento dall’Italia o da paesi americani, bisogna superare dei controlli burocratici e possedere alcuni requisiti per lavorare negli Stati Uniti. La cosa fondamentale è ottenere un visto, senza il quale è illegale entrare, che spiega il motivo della permanenza.
A seconda del motivo della permanenza, si otterrà un visto turistico (della durata massima di 90 giorni, non adatto per lavorare) o un visto lavorativo. In base a quanto ci si ferma, il visto lavorativo può essere temporaneo o a lungo termine, grazie al quale ci si può stabilire definitivamente nel Paese a lavorare a tempo indeterminato.
Il visto temporaneo dura quanto il contratto lavorativo ed è indicato per chi svolge un ruolo di tirocinante presso un datore di lavoro americano oppure esegue un lavoro stagionale. Il visto di lunga durata, o Green Card, è riservato alle persone che hanno determinati requisiti: matrimonio con cittadino americano, parente negli USA, datore di lavoro americano che garantisce per il soggetto.
Ecco le categorie di visto:
- Tipo B1 e B2, visto turistico necessario per una vacanza o per viaggi di lavoro;
- Tipo C1 e D, categorie che occorrono per transitare all’interno del Paese;
- Tipo F, necessario per studenti che si recano in America, ad esempio per seguire corsi di laurea;
- Tipo J, dedicato a chi si trova negli Stati Uniti per partecipare a progetti di scambio culturale o per effettuare degli stage;
- Tipo I, per i giornalisti;
- Tipo H, L, O, P, Q, per coloro che entrano in America e hanno già un datore di lavoro.
La ricerca di un lavoro può essere effettuata anche dall’Italia attraverso i siti web dedicati. I richiedenti possono presentare la domanda per il visto temporaneo solo dopo che il datore di lavoro abbia compilato la petizione I-129 e che questa venga approvata dell’Ufficio di Cittadinanza e servizi di Immigrazione.
Il visto temporaneo può essere di diverse tipologie:
- visto H2-A, per i lavoratori agricoli stagionali;
- visto H2-B, indicato ai lavoratori temporanei non del settore agricolo;
- visto H3, per i tirocinanti che in America svolgono formazioni in vari campi (agricoltura, commercio, finanza, ecc.);
- visto J, riguarda programmi di scambio culturale e include i tirocinanti assunti da ditte e finanziati per frequentare dei corsi di aggiornamento.
Per quanto riguarda il visto di lunga durata, esso è dedicato a coloro che intendono stabilirsi permanentemente in America, ed è quindi anche chiamato visto di immigrazione. Viene rilasciato dalla Sezione Consolare degli Stati Uniti e dà il diritto di vivere e lavorare in questo territorio.